Chi Siamo


A voler essere sintetici, si può dire che veniamo da lontano e andiamo lontano.
Più nello specifico, senza ricorrere a citazioni autorevoli, diciamo che la CGIL è stata presente, in particolare nelle allora “officine del gas”, sin dai primi anni del secolo scorso. Laddove il lavoro si faceva più duro e pericoloso per gli uomini, sorgevano le “leghe di resistenza” (come quella dei “gasisti ed elettricisti” a Faenza nell’aprile del 1901 e quella dei gasisti di Cesena il 6 aprile del 1902), che confluiranno poi nelle “Camere del Lavoro”. Ne è un esempio il caso di Ferrara il 9 giugno del 1901, che vede proprio i gasisti tra i primi aderenti, ma è cosa comune in tutta l’Emilia-Romagna. 
Il 12 ottobre del 1907, i lavoratori del gas proclamano uno sciopero nazionale, a seguito del brutale intervento dei carabinieri, che a Milano hanno aperto il fuoco contro i manifestanti. A Bologna la Direzione dell’Officina del Gas si rifiuta di riammettere gli operai in sciopero e pubblica un bando per la loro sostituzione. La vertenza si protrae fino al 21 ottobre. Nel frattempo tocca agli spazzini accendere i lampioni e ai bersaglieri e ai pompieri far funzionare i forni dell’Officina.
Questa categoria è formata da un gruppo di operai poco numeroso, ma riconosciuto fino agli anni ’60 come tra i più combattivi,  che fa oscillare la sua storia tra epiche battaglie sindacali e punti altissimi di contrattazione, tanto da firmare nel 1920 (proprio alla fine del “biennio rosso”) il primo contratto collettivo nazionale di categoria in Italia.
Già agli albori del periodo fascista, gli operai del gas confermano la loro natura critica e radicata nei valori democratici, in controtendenza rispetto al pensiero dominante. A Bologna, nel mese di luglio del 1924, un gruppo di gasisti e acquedottisti, aderenti alla Camera del Lavoro, si inserisce nella vertenza aperta tra sindacati fascisti e Amministratori del gas sul nuovo organico. E che la situazione non sia sotto il controllo del sindacato fascista è dimostrato dallo scioglimento, in agosto, e dalla successiva espulsione dei componenti il Comitato Direttivo del Sindacato operai e impiegati gasisti per “assoluta ed evidente indisciplina verso gli ordini e le disposizioni emanate dalla segreteria”. La categoria si riformerà clandestinamente insieme alla Camera del Lavoro il 10 novembre del 1944.
Inutile dire che furono tantissimi i gasisti aderenti alla Resistenza durante la seconda guerra mondiale provenienti da tutta la regione.
Nel trentennio successivo, la presenza di gasisti e acquedottisti nel servizio d’ordine della CGIL e del PCI regionale sarà notevole, tanto da venire ricordato, in modo non troppo benevolo, dai ragazzi dei movimenti di Bologna nel 1977.
I successivi anni ’80 sono caratterizzazti da una contrattazione nazionale e locale piuttosto acquisitiva, sia in termini di diritti che di salario, confermando una sindacalizzazione, di tutte le aziende della regione, decisamente superiore alla media. Le aziende intanto, passano da una gestione municipalizzata ad una consorziale, importante preludio a quello che avverrà il 1 novembre del 2002, quando 11 multiutility dell’Emilia-Romagna si “fonderanno” in quello che sarà, e ancora è, il gruppo Hera.
Cambiando le società, anche le organizzazioni sindacali si dotano di nuovi strumenti, organizzandosi dapprima con un Coordinamento Regionale, successivamente, a seguito della firma del protocollo delle relazioni industriali il 28 luglio 2015, tramite le Rappresentanze Sindacali Unitarie, cioè con organismi formati da lavoratori eletti. Nelle elezioni di ottobre 2015, la FILCTEM-CGIL ha conseguito oltre il 60% delle preferenze in Emilia-Romagna e sono in corso di definizione i coordinamenti regionali (anche in Veneto e Friuli-Venezia Giulia) e nazionale.

Il resto è storia da scrivere, con tutta la determinazione di chi ci ha preceduti e la forza che ci danno lavoratori e iscritti, lavoriamo per scriverla al meglio!